mercoledì 8 giugno 2022

Kant e i nuovi compiti del pensiero

Kant e i nuovi compiti del pensiero 

La funzione rivoluzionaria del pensiero di Kant 
Kant è uno dei massimi esponenti del pensiero occidentale, e ha dato un'impronta nuova segnando una vera e propria svolta nel panorama filosofico moderno. Kant capovolge i rapporti tra soggetto e oggetto nell'ambito del processo conoscitivo assegnando un ruolo fondamentale al primo nell'elaborazione dell'esperienza. Nelle sue opere esamina le condizioni che rendono possibile la conoscenza, l'agire etico-politico e l'esperienza estetica.
Una figura particolare 
Kant è nato nel 1724 a Königsberg, nella Prussia orientale, da una famiglia modesta, non uscì mai dai confini della sua città dedicandosi prevalentemente allo studio e all'insegnamento universitario. Quindi diversamente dalla maggior parte dei filosofi moderni non viaggiò e non si fece coinvolgere in attività politiche o diplomatiche. Kant insegnava non solo filosofia, ma anche matematica e fisica, geografia e mineralogia, meccanica e diritto. 
La fase precritica e il risveglio dal sonno dogmatico 
L'opera fondamentale di Kant è la critica della ragione pura, poi ci sono anche la critica dalla ragion pratica e la critica del giudizio. I suoi studi si distinguono in una fase matura, denominata criticismo, che è caratterizzata dalla composizione delle tre opere, e una fase precedente gli scritti critici, chiamata precritica. Nel primo periodo Kant si forma sui testi dei razionalisti e degli empiristi.
Analizzando a fondo i principi delle due correnti più importanti della filosofia moderna, il razionalismo e l'empirismo, Kant comincia a nutrire i primi dubbi sulla validità della metafisica, fino a dichiarare di essere stato svegliato dal sonno dogmatico (ossia dall'accettazione acritica della metafisica) grazie alla lettura di Hume. scrive quindi il saggio intitolato sogni di un visionario chiariti con i sogni della metafisica, in cui giudica la metafisica non meno illusoria dei sogni di un visionario in quanto reputa che essa, non potendo fondare i suoi principali oggetti di studio sul terreno sicuro dell'esperienza, conduce a conclusioni stravaganti e bizzarre.
La fase del criticismo 
Nel 1781 a 57 anni Kant dà alle stampe la prima edizione della critica della ragion pura, che è il libro più importante che sia mai stato scritto in Europa. Ma che non viene accolto con favore dal pubblico, anche a causa della difficoltà del linguaggio. Negli anni seguenti che caratterizzano appunto la fase del criticismo si dedica totalmente allo studio seguendo uno stile di vita ritirato e schivo, alieno da ogni manifestazione di simpatia e apertura verso gli altri, il grande impegno teorico assorbe ogni energia del pensatore e lo isola dal resto del mondo. Nel 1787 pubblica la seconda edizione della critica della ragion pura ampiamente modificata a cui seguono la critica della ragion pratica nel 1788 e la critica del giudizio nel 1790.
La riflessione sul razionalismo 
L'interesse di Kant si appunta sul problema della metafisica, ossia su quale valore assegnare all'indagine su Dio, l'anima, l'ordine del mondo, temi che da sempre hanno impegnato la mente dei pensatori in particolare dei filosofi razionalisti. Cartesio aveva messo la possibilità di dimostrare razionalmente l'esistenza di Dio ma aveva anche creduto nella teoria secondo cui vi sono alcune idee innate immesse direttamente da Dio nella nostra mente. Guardando alla storia della filosofia Kant matura la convinzione che la metafisica è stata sì una costante ambizione del pensiero umano, ma nulla di più: infatti i tentativi dei razionalisti di dimostrare che esiste un Dio intelligente e buono, che l'anima è una sostanza immortale e che il mondo tende a uno scopo sono a suo avviso falliti. La metafisica è dunque aspirazione insopprimibile dell'animo umano e al tempo stesso fonte di oscurità e contraddizioni. 
La polemica con l'empirismo 
L'appello all'esperienza e la critica alla metafisica razionalista non implicano per Kant un'adesione all'empirismo di cui, anzi il filosofo evidenzia i forti limiti. Se il razionalismo metafisico approda a esiti dogmatici, in quanto pretende di poter dedurre tutto l'edificio del sapere dalla ragione, prescindendo dall'esperienza, l'empirismo giunge a posizioni scettiche in quanto limitando il campo della conoscenza all'esperienza che è sempre particolare e contingente, nega la possibilità di un sapere universale e necessario.



Nessun commento:

Posta un commento

Il problema della conoscenza nella critica della ragion pura

Il problema della conoscenza nella critica della ragion pura  L'esame critico della ragione  La riflessione kantiana muove dalla constat...