mercoledì 8 giugno 2022

Il problema della conoscenza nella critica della ragion pura

Il problema della conoscenza nella critica della ragion pura 

L'esame critico della ragione 

La riflessione kantiana muove dalla constatazione che la metafisica a differenza della scienza è un campo di lotta in cui pensatori si contrappongono l'uno all'altro senza riuscire a trovare soluzioni condivise come nel caso dei razionalisti e degli empiristi. Ciò accade a suo avviso perché la filosofia non dispone di un criterio per distinguere inequivocabilmente il vero dal falso, l'apparenza dalla realtà diversamente dalla scienza che possiede un metodo rigoroso e affidabile. La domanda da cui muove l'indagine kantiana è dunque se sia possibile e in che modo conferire anche alla metafisica il carattere della certezza e l' oggettività proprio della scienza. A tal fine e per non cadere nello scetticismo a cui era approdato l'empirismo Kant sente il bisogno di spingere più a fondo la sua analisi sottoponendo a esame critico le stesse strutture logiche della conoscenza, a cominciare dalla fisica e dalla matematica, ai suoi occhi le più sicure e affidabili. Esaminerà quindi l'intero edificio del sapere. 

I giudizi del sapere scientifico 

Le proposizioni della scienza sono dette giudizi perché costituite da un soggetto e un predicato. Più in generale sostiene Kant, tutta la conoscenza si basa sull'attribuzione di un predicato al soggetto. Kant afferma che ci sono due tipi di giudizi: i giudizi analitici e i giudizi sintetici. I giudizi analitici sono quelli in cui il predicato è già contenuto nel soggetto. I giudizi sintetici invece sono quelli in cui il predicato offre un contenuto informativo nuovo.

Giudizi sintetici a priori 

Kant si dichiara insoddisfatto sia dei giudizi analitici a priori, tipici del pensiero razionalista che pretendeva di dedurre tutto il sapere dalle idee innate, sia dei giudizi sintetici a posteriori, tipici dell'empirismo, che si fondava unicamente sull'esperienza. Il filosofo osserva però è che esiste un terzo tipo di giudizi che definisce sintetici a priori. Si tratta dei giudizi di cui si serve la scienza newtoniana in cui il rigore matematico si coniuga con l'incremento della conoscenza derivante dall'esperienza.

I due aspetti della conoscenza 

La tesi kantiana è che i giudizi sintetici a priori attingono la loro validità e cioè il loro carattere universale è necessario, non dall'oggetto che come sappiamo è sempre contingente e parziale, ma da soggetto. Secondo Kant infatti nella conoscenza possiamo distinguere due aspetti, quello materiale e quello formale, Il primo è costituito dalle impressioni sensibili derivanti dall'esperienza (gli elementi a posteriori), il secondo dalle forme (a priori) con cui la mente umana ordina tali impressioni.

La rivoluzione copernicana 

La rivoluzione copernicana prospettata da Kant consiste dunque nel ammettere che possiamo conoscere con certezza le cose solo in quanto esse si presentano a un soggetto che non è mero ricettore, ma attivo organizzatore dell'esperienza. Il soggetto e le sue facoltà intellettive influiscono sul modo in cui gli oggetti vengono compresi e concorrono attivamente alla costituzione dell'esperienza conoscitiva.

Il concetto di trascendentale 


Kant definisce trascendentale l'interrogativo su come sia possibile la conoscenza scientifica. Il criticismo di Kant non tende ad ampliare il sapere scientifico ne è interessato a studiare gli oggetti delle scienze e della matematica, ma mira a conseguire quella che possiamo chiamare una conoscenza di secondo livello, apprendere quali sono i presupposti teorici del sapere scientifico e quindi procedere a una sua legittimazione trascendentale.


Kant e i nuovi compiti del pensiero

Kant e i nuovi compiti del pensiero 

La funzione rivoluzionaria del pensiero di Kant 
Kant è uno dei massimi esponenti del pensiero occidentale, e ha dato un'impronta nuova segnando una vera e propria svolta nel panorama filosofico moderno. Kant capovolge i rapporti tra soggetto e oggetto nell'ambito del processo conoscitivo assegnando un ruolo fondamentale al primo nell'elaborazione dell'esperienza. Nelle sue opere esamina le condizioni che rendono possibile la conoscenza, l'agire etico-politico e l'esperienza estetica.
Una figura particolare 
Kant è nato nel 1724 a Königsberg, nella Prussia orientale, da una famiglia modesta, non uscì mai dai confini della sua città dedicandosi prevalentemente allo studio e all'insegnamento universitario. Quindi diversamente dalla maggior parte dei filosofi moderni non viaggiò e non si fece coinvolgere in attività politiche o diplomatiche. Kant insegnava non solo filosofia, ma anche matematica e fisica, geografia e mineralogia, meccanica e diritto. 
La fase precritica e il risveglio dal sonno dogmatico 
L'opera fondamentale di Kant è la critica della ragione pura, poi ci sono anche la critica dalla ragion pratica e la critica del giudizio. I suoi studi si distinguono in una fase matura, denominata criticismo, che è caratterizzata dalla composizione delle tre opere, e una fase precedente gli scritti critici, chiamata precritica. Nel primo periodo Kant si forma sui testi dei razionalisti e degli empiristi.
Analizzando a fondo i principi delle due correnti più importanti della filosofia moderna, il razionalismo e l'empirismo, Kant comincia a nutrire i primi dubbi sulla validità della metafisica, fino a dichiarare di essere stato svegliato dal sonno dogmatico (ossia dall'accettazione acritica della metafisica) grazie alla lettura di Hume. scrive quindi il saggio intitolato sogni di un visionario chiariti con i sogni della metafisica, in cui giudica la metafisica non meno illusoria dei sogni di un visionario in quanto reputa che essa, non potendo fondare i suoi principali oggetti di studio sul terreno sicuro dell'esperienza, conduce a conclusioni stravaganti e bizzarre.
La fase del criticismo 
Nel 1781 a 57 anni Kant dà alle stampe la prima edizione della critica della ragion pura, che è il libro più importante che sia mai stato scritto in Europa. Ma che non viene accolto con favore dal pubblico, anche a causa della difficoltà del linguaggio. Negli anni seguenti che caratterizzano appunto la fase del criticismo si dedica totalmente allo studio seguendo uno stile di vita ritirato e schivo, alieno da ogni manifestazione di simpatia e apertura verso gli altri, il grande impegno teorico assorbe ogni energia del pensatore e lo isola dal resto del mondo. Nel 1787 pubblica la seconda edizione della critica della ragion pura ampiamente modificata a cui seguono la critica della ragion pratica nel 1788 e la critica del giudizio nel 1790.
La riflessione sul razionalismo 
L'interesse di Kant si appunta sul problema della metafisica, ossia su quale valore assegnare all'indagine su Dio, l'anima, l'ordine del mondo, temi che da sempre hanno impegnato la mente dei pensatori in particolare dei filosofi razionalisti. Cartesio aveva messo la possibilità di dimostrare razionalmente l'esistenza di Dio ma aveva anche creduto nella teoria secondo cui vi sono alcune idee innate immesse direttamente da Dio nella nostra mente. Guardando alla storia della filosofia Kant matura la convinzione che la metafisica è stata sì una costante ambizione del pensiero umano, ma nulla di più: infatti i tentativi dei razionalisti di dimostrare che esiste un Dio intelligente e buono, che l'anima è una sostanza immortale e che il mondo tende a uno scopo sono a suo avviso falliti. La metafisica è dunque aspirazione insopprimibile dell'animo umano e al tempo stesso fonte di oscurità e contraddizioni. 
La polemica con l'empirismo 
L'appello all'esperienza e la critica alla metafisica razionalista non implicano per Kant un'adesione all'empirismo di cui, anzi il filosofo evidenzia i forti limiti. Se il razionalismo metafisico approda a esiti dogmatici, in quanto pretende di poter dedurre tutto l'edificio del sapere dalla ragione, prescindendo dall'esperienza, l'empirismo giunge a posizioni scettiche in quanto limitando il campo della conoscenza all'esperienza che è sempre particolare e contingente, nega la possibilità di un sapere universale e necessario.



domenica 1 maggio 2022

Montesquieu

Lo spirito delle leggi 

Un altro grande rappresentante dell'illuminismo francese è Charles-Louis de Secondant, barone di Montesquieu, al quale si deve l'importante riflessione sulla libertà civile e politica e sulle forme di governo che è meglio tutelano i cittadini, temi strettamente connessi a quelli dell'emancipazione intellettuale degli uomini e del rinnovamento della società a cui i philisophes attendevano con fiducia e ottimismo. 

Nella sua famosa opera lo spirito delle leggi l'autore non intende prendere in esame i singoli ordinamenti giuridici e cioè le leggi considerate in sé stesse ma la relazione che intercorre tra le leggi di uno stato e le condizioni morali, storiche, civili, fisiche e ambientali del popolo a cui sono rivolte. Oggetto nel suo interesse non è quindi il corpo ma appunto lo spirito delle leggi. Il suo intento è quello di ricercare le cause generali che presiedono allo sviluppo delle istituzioni sociopolitiche cioè di individuare la natura e il principio che sono sottesi ai diversi sistemi normativi e alle varie forme di governo. In questo modo Montesquieu pone le basi di un'autentica scienza della società anticipando istanze che saranno proprio della moderna sociologia.

Le tre forme di governo 

Un governo può essere di tre tipi: repubblicano, monarchico e dispotico. Nel primo il potere è detenuto da più persone, nel secondo il potere è esercitato da una sola persona vincolata dalle leggi e nel terzo il potere è detenuto da uno solo ma in modo arbitrario e tirannico. Montesquieu condanna duramente quest'ultima forma di governo in quanto in essa vengono soppresse le fondamentali libertà dei cittadini e si instaura un clima di intimidazione e di paura. Montesquieu osserva che la virtù è il principio della Repubblica, l'onore e il principio della monarchia e la paura e il principio del dispotismo.

La separazione dei poteri 

Una volta individuati i presupposti di sopravvivenza dei governi e le loro regole fondamentali, Montesquieu passa delineare la condizione minima essenziale per il mantenimento della libertà in qualunque forma statale sia essere repubblicana o monarchica. Il filosofo ritiene che tale condizione vada rintracciata nella separazione dei poteri di cui aveva già parlato Locke. In ogni Stato spiega l'autore esistono tre specie di poteri che sono quello legislativo, quello esecutivo e infine quello giudiziario. Il potere legislativo consiste nel fare le leggi, modificarle o abrogarle. Il potere esecutivo consiste nel far rispettare le leggi a salvaguardia della sicurezza e dei cittadini, concordare la pace o muovere la guerra, mandare o ricevere ambascerie, prevenire le invasioni. Il potere giudiziario infine è deputato a punire chi contravviene alle leggi oppure a giudicare e dirimere le dispute tra i privati cittadini.

Il bilanciamento delle istituzioni 

Montesquieu sostiene che il potere esecutivo si presta a essere esercitato meglio dal monarca perché questa funzione di governo ha bisogno di un'azione quasi sempre immediata, mentre per quanto riguarda il potere legislativo è preferibile che venga attribuito alla maggioranza dei cittadini perché il suo esercizio richiede particolare ponderazione e saggezza, infine il potere giudiziario secondo lui deve essere affidato a giudici scelti tra i rappresentanti del popolo. Nella su analisi Montesquieu prende a modello la costituzione inglese da lui considerata un esempio virtuoso in quanto non democratica né dispotica, bensì moderata. La dottrina del filosofo francese sulla separazione di poteri e il suo metodo di indagine sulle forme di governo rappresentano un esito fondamentale del pensiero liberale moderno.



Condorcet e la concezione del progresso indefinito

Condorcet è la concezione del progresso indefinito 

Se con Voltaire sia ferma una concezione della storia come processo ascendente orientato al perfezionamento degli uomini, è in Jean-Antoine-Nicolas Caritat, marchese di Condorcet, che si incontra la prima ed esplicita formulazione teorica del concetto di progresso. egli mettendo a frutto le esperienze di ben due rivoluzioni vittoriose che erano quella americana e quella francese, dove a quest'ultima aveva partecipato personalmente, scrive nel 1793 il pieno clima di terrore in Francia e cercando di sfuggire alle persecuzioni dei giacobini, l'Abbozzo di un quadro storico dei progressi dello spirito umano, in cui delinea l'ultima e più radicale concezione settecentesca dell'evoluzione sociale civile. Secondo Condorcet il cammino dell'umanità non solo è in grado di superare gli inevitabili periodi di decadenza e di crisi nella storia, ma è anche da considerarsi senza fine. lo spirito umano è capace di sempre maggiore perfettibilità in quanto mai nessuno potrà fissare dei limiti. I stadi di questa perfettibilità non trovano altro termine che è quello della durata temporale stessa del mondo Il progresso spirituale condurrà quindi l'uomo alla massima felicità possibile. Il tono ottimistico con cui Condorcet guarda all'evoluzione delle civiltà eh determinato dalla riflessione sugli esiti positivi della rivoluzione americana e di quella francese. Questa Esperienza congiunta alla teoria secondo cui l'umanità si è elevata dallo stato selvaggio a quello civile attraverso un processo di sostanziale continuità, lo induce a sostenere che il percorso compiuto costituisce una garanzia e cioè il fatto che il genere umano non potrà ritornare in una condizione di barbarie. 

Condorcet non dimentica certo di sottolineare che tante nazioni e tanti popoli vivono ancora immersi nelle tenebre dei pregiudizi dell'ignoranza e della schiavitù e che il cammino dell'umanità non è lineare né privo di rischi. Per questo attribuisce alla politica i seguenti tre obiettivi: L'eliminazione delle disuguaglianze tra le nazioni, il conseguimento dell'uguaglianza all'interno di uno stesso popolo è il reale perfezionamento dell'uomo, consistente nella sua liberazione dal potere tirannico e nell'acquisizione di una piena responsabilità morale. 

Secondo Condorcet il futuro comporterà miglioramenti sia per la vita pratica sia per la vita morale, infatti la costruzione di abitazioni solide e confortevoli e un'alimentazione più salutare potranno aiutare a contribuire a debellare molte malattie e ad allungare la durata dell'esistenza. La riflessione di Condorcet si spinge, poi, anche a ipotizzare un mondo senza guerre grazie all'abbandono da parte delle potenze europee della politica coloniale e alla realizzazione di una più equa distribuzione della ricchezza tra gli uomini. 



Voltaire

Voltaire 

Lo spirito critico e la concezione religiosa 

Voltaire combatte in prima persona per la libertà di pensiero, la tolleranza, la pace, l'abolizione dell'ingiustizia e la felicità umana. Subì un anno di prigione nel carcere della Bastiglia in seguito alla pubblicazione nel 1717 di una satira in latino contro i costumi del reggente. Per molto tempo fu costretto a fuggire da Parigi, rifugiandosi in Inghilterra che era la sua seconda patria dove ebbe modo di assorbire le idee di Newton e Locke. Voltaire assunse come suo principale bersaglio polemico la chiesa cattolica, di cui voleva smascherare pregiudizi e superstizioni. Lui credeva in Dio ma il suo Dio non aveva il volto severo di colui che atterrisce le sue creature con la minaccia delle pene dell'inferno, si trattava di un Dio benevolo. La religione secondo lui non doveva suscitare paure e sensi di colpa e nemmeno erigere steccati tra gli uomini ma insegnare l'amore e la pace. Voltaire elabora una posizione coerente con i principi del deismo, che era l'atteggiamento religioso maggiormente diffuso presso i philosphe, secondo cui esiste una religione naturale né immutabile che si fonda su alcune verità razionalmente accettabili da tutti gli uomini. Per valutare l'uomo può sapere con certezza che Dio esiste, infatti, dato che c'è il mondo e che niente proviene dal nulla, si deve razionalmente ammettere l'esistenza di un essere superiore che ne è l'autore. La ragione perviene a un puro concetto naturale di Dio, inteso, semplicemente come essere necessario che crea l'universo. Un'altra argomentazione che introduce Voltaire a favore dell'esistenza di Dio che è decisamente inusuale nella storia della filosofia è quella che chiunque beva un buon vino o baci una bella donna non può fare a meno di essere riconoscente a una divinità buona e caritatevole, dal momento che il piacere è qualcosa di divino, Dio esiste.

La critica dell'ottimismo e l'accettazione della condizione umana 

Voltaire si rende perfettamente conto del fatto che pur ammettendo l'esistenza di un Dio buono e giusto non si può evitare di constatare la presenza del male e della sofferenza come dimostrano eventi drammatici quali il terribile terremoto di Lisbona del 1755.

Voltaire considera l'uomo per quello che effettivamente è ossia un essere debole e limitato ma riconosce che egli può pretendere di ottenere la serenità e la felicità, soprattutto liberandosi dalle paure indotte dalle religioni, frutto di ignoranza e superstizione.

La visione aperta e libertaria 

Colpisce in Voltaire l'ampiezza dello sguardo con cui osserva, valuta, compara le civiltà, in un arco storico lunghissimo, secondo un metodo che non è mai astrattamente moralistico o pedagogico, ma sempre sostanziato di esempi e casi che egli raccoglie e cataloga in modo scrupoloso.

La concezione della storia e la fiducia nel progresso 

La preoccupazione principale di Voltaire è sottolineare come la ragione sia l'unica facoltà in grado di affrancarci dai pregiudizi e di favorire la crescita civile e morale degli uomini. La storia dunque per Voltaire consiste in un processo di graduale civilizzazione dell'umanità che è partita da uno stato selvaggio ed è arrivata nell'età moderna a livello più alto anche attraversando periodi bui come il medioevo che era considerato dal pensatore un'idea di decadenza. 

Secondo Voltaire la superiorità dei moderni rispetto agli antichi si fonda prevalentemente sulla scoperta e la valorizzazione del carattere scientifico della ragione in grado di cogliere le leggi oggettive dei fenomeni naturali.






Il pensiero dei philosophes: Voltaire, Condorcet e Montesquieu


Voltaire e Condorcet offrono un'interessante riflessione sul motivo centrale dell'illuminismo: la ragione intesa come spinta propulsiva verso il progresso globalmente inteso. Montesquieu invece si occupa di un altro importante tema strettamente connesso al primo, che è la natura della libertà e le condizioni in cui può realizzarsi.



mercoledì 9 marzo 2022

Leibniz la metafisica delle monadi





Gottfried Willheim von Leibniz (Lipsia 1646-Hannover in solitudine, 1716). 

-Gli ideali di armonia e di concordia, costituiscono il complesso sistema di Leibniz, volto a dimostrare che tra la scienza e la metafisica non c'è contraddizione, bensì profonda unità; e che il nostro è il migliore dei mondi possibili.


-Leibniz si prodigò per la pace tra i popoli e le religioni, facendo proprio l'ideale dell'armonia universale che costituisce la cifra di tutto il suo sistema filosofico. 

-Aveva un rapporto complesso con la sua epoca, fatto di insoddisfazione per il meccanicismo  e di intensa partecipazione nella vita sociale, politica e culturale. 

- Già da giovane la sua curiosità intellettuale si indirizzò verso la filosofia, 

-Secondo Leibniz, la filosofia deve servire a rafforzare la fede 

- Leibniz afferma che nel mondo ci sono infinite sostanze individuali, le monadi

-Centri di forza semplici, immateriali e privi di estensione

-Entità complete e autosufficienti, dotate di capacità rappresentativa, cioè di percezione e di appercezione

- Ci sono tre tipologie di monadi, create da Dio, la monade suprema, il quale pone tra le monadi un'armonia prestabilita grazie a cui vi è accordo perfetto tra gli eventi che accadono in ciascuna di esse a quelli che accadono nelle altre: quelle del tutto prive di coscienza, gli animali e gli spiriti superiori

Locke e l'indagine critica delle facoltà conoscitive

- Secondo Locke ogni nostra conoscenza deriva dall'esperienza

- John Locke è il padre dell'empirismo moderno

- La ragione non viene più ritenuta assoluta e infallibile, come per Cartesio, ma viene ricondotta entro i confini dell'esperienza, che è l'unico ambito in cui può essere applicata con successo

La critica dell'innatismo

- Il saggio sull'intelletto umano è composto da quattro parti

- La prima parte è dedicata alla critica delle idee innate

- C'è un certo numero di verità fondamentali in ogni uomo, indipendenti dalle condizioni esterne, ad esempio il principio di no contraddizione che viene definita come "è impossibile che una cosa sia e non sia allo stesso tempo.

-Locke sostiene che è falso, infatti secondo lui i bambini e gli idioti non hanno la minima nozione di simili principi.

-Tra gli uomini non c'è neanche consenso sulle norme normali, ad esempio sull'idea del bene e male, di bello e brutto, di giusto e ingiusto ecc.

- La disparità di vedute confuta l'innatismo mostrando la falsità delle argomentazioni che lo sostengono e che, secondo Locke ostacolano il progredire della conoscenza.

L'origine della conoscenza

- Secondo Locke la conoscenza deriva dall'esperienza, la mente di un neonato infatti è come un foglio bianco, ossia è una facoltà priva di contenuti. 

-Locke sostiene che dall'esperienza derivano tue tipi di idee: le idee di sensazione e le idee di riflessione

-Le idee di sensazione provengono dagli oggetti esterni tramite i cinque sensi

- Le idee di riflessione sono quelle che derivano dall'esperienza interna e cioè le operazioni della mente e gli stati d'animo e la passione.

-Sensazione e riflessione sono le uniche fonti della nostra conoscenza

La classificazione delle idee

-Idee semplici e idee complesse

-Idee semplici derivano dalle esperienze elementari della sensazione o della riflessione, esse comprendono a loro volta le idee di qualità primarie, oggettive (l'estensione, la figura e il movimento) e le idee di qualità secondarie, soggettive (i colori, i suoni e i sapori). 

- Una volta che la mente ha ricevuto passivamente le idee semplici può elaborarle formando così quelle che Locke definisce idee complesse.

Il valore di verità delle idee

-L'intelletto non conosce le cose in maniera diretta, ma solo tramite le idee

-Ci sono le idee di modi, le idee di sostanze e le idee di relazioni.

Le idee di modi

-sono idee complesse che non possiedono un'esistenza autonoma e quindi non si reggono da sole

Le idee di sostanze

- si riferiscono a entità particolari considerate distinte e sussistenti per se stesse, sono idee che possono trarre in inganno, quindi le idee di sostanze sono idee complesse che riferiamo a qualcosa che è percepito come esistente per sé. 

Le idee di relazioni

- nascono dal confronto di un'idea con un'altra, le idee di relazioni sono idee complesse che derivano dal confronto e dall'istituzione di un rapporto tra idee semplici.

Le due certezze dell'uomo

- la critica dell'idea di sostanza ha rivelato i limiti dell'intelletto umano, che non può conoscere che cosa ci sia di là del fascio di percezioni che riceve dal mondo esterno o dal proprio mondo interiore.

-le uniche certezze non sensibili di cui disponiamo sono quella del nostro io e di Dio

Il convenzionalismo linguistico

-il terzo libro del Saggio sull'intelletto umano è dedicato interamente al problema del linguaggio

- i fini del linguaggio e della comunicazione secondo Locke sono tre: rendere noti agli altri i propri pensieri o idee, farlo nel modo più facile e rapido possibile, comunicare in tal modo la conoscenza delle cose.






Scheda il signore delle mosche


Durante le lezioni abbiamo guardato un film intitolato "il signore delle mosche".

Il signore delle mosche è un film del 1963 diretto da Peter Brook. Il film è ambientato in un futuro 1984, durante il quale è in corso una guerra nucleare. Durante una tempesta, un aereo che trasporta alcuni ragazzi inglesi, messi in salvo . dalla città in guerra, precipita nei pressi di un'isola deserta. Due ragazzi, Ralph e "Il Bombolo" (Piggy nella versione originale) i quali sembrano gli unici sopravvissuti alla tragedia, trovano sull'isola una conchiglia che, utilizzata come "tromba" richiama altri ragazzi sopravvissuti al disastro e giunti sull'isola, tra cui Jack, Simon e i gemelli Sam e Eric.

I ragazzi si rendono conto del fatto che, trovandosi in un'isola deserta, sono fuori dal controllo dei genitori e altri adulti e che occorre organizzarsi per sopravvivere in quel luogo isolato dal mondo: per prima cosa eleggono Ralph come capo e si organizzano in due gruppi: il primo è capeggiato da Ralph, il secondo da Jack e costituito dai ragazzi del coro, che si occuperà di cacciare e procurarsi il cibo.



domenica 19 dicembre 2021

Bacone: Il potere della scienza

 - Mostra con particolare efficacia il ruolo delle scoperte scientifiche e della tecnica sulla vita degli uomini

L'esaltazione della scienza moderna

- Nel quadro della rivoluzione scientifica si inserisce anche Francis Bacon italianizzato in Francesco Bacone, lui non diede nessun contributo a delle nuovo scoperte, tuttavia egli occupa un posto di primo piano  nella storia del pensiero del Cinquecento e Seicento, come interprete e cantore del valore e delle possibilità della scienza moderna, una scienza non più considerata nella sua veste puramente teorica, ma proiettata nella dimensione pratica, come sapere utile, anche in virtù della stretta connessione con la tecnica.

Il nuovo contesto culturale

- Nel Seicento in Inghilterra si viene affermando una nuova figura di intellettuale: l'esperto di tecnologia. 

- una serie di nuovi profili professionali

- all'interno di questa svolta epocale si situa la critica di Bacone alla filosofia aristotelica-scolastica

- secondo Bacone, le grandi invenzioni che hanno cambiato il mondo, si sono verificate nell'epoca moderna perché gli uomini hanno cambiato mentalità: anziché privilegiare lo studio dei testi antichi, hanno preferito restaurare "il contatto della mente con le cose".

- l'epoca di Bacone ha consentito che si ripristinassero le condizioni per ristabilire tale contatto e dar luogo a una scienza produttiva di opere utili per l'umanità.

La critica alla tradizione e alla superstizione

- Bacone osserva che nelle arti meccaniche
cioè nell'ambito del sapere tecnico-scientifico, si registrano continui progressi, che le rendono sempre più raffinate, poiché esse si avvalgono dell'esperienza e del costante rapporto con la natura.

-in questo periodo nella filosofia vige perlopiù il principio di autorità. Bacone invita i suoi contemporanei a rifiutare la "dittatura" di Aristotele. Il bersaglio polemico non è Aristotele, infatti ne riconosce la sua grandezza, ma ai suoi imitatori, che si conformano passivamente a un modello, impedendo alla conoscenza umana di evolversi.

La lotta ai pregiudizi e la teoria degli idoli

Nella sua opera più celebre, il Novum Organum, vale a dire nella "nuova logica", troviamo la celebre dottrina degli idoli, ovvero i pregiudizi che ostacolano il raggiungimento della verità e per la loro rimozione servirebbe una rivoluzione culturale e filosofica. Gli idoli sono di quattro tipi.

Al primo posto ci sono i "pregiudizi della tribù umana", al secondo posto i "pregiudizi spelonca, al terzo posto Bacone pone i "pregiudizi del mercato" o "pregiudizi della piazza", e al quarto e ultimo posto pone i "pregiudizi del teatro".








domenica 5 dicembre 2021

Galilei: la nascita della scienza moderna

 Gli studi e le scoperte astronomiche

- Nato a Pisa nel 1564, prima formazione a Firenze, prima docenza universitaria e Pisa, poi passa a Padova nel 1592 dove avrà il periodo di maggiore sicurezza economica, tranquillità e popolarità del filosofo..

- Nel 1609 costruì un cannocchiale migliore di quello già esistente in Olanda. Individua le macchie solari, luna presentava catene montuose, valli e crateri simili alla terra, che cambio l'impostazione della fisica aristotelica, che si basava sull'opinione che i corpi celesti erano radicalmente differenti dai terrestri. Scopri i quattro satelliti di Giove chiamati "Medicei" che sottolineò un altra volto la falsità della posizione aristotelica. Queste scoperte astronomiche di Galilei favorirono, dunque, l'accettazione della teoria copernicana.

La condanna e l'abiura

- Galileo Galilei si trovò per la prima volta in difficoltà con la condanna del sistema copernicano, non doveva soltanto difendere la libertà e l'autonomia della ricerca scientifica, ma anche se stesso.

- Galileo si vide costretto, ad approfondire l'analisi della Bibbia, per chiarire la natura dei rapporti tra la fede e la scienza e contestare le accuse di eresia da parte del magistero ecclesiastico.

- Scienza e Religione non hanno conflitto perché sono disposte su piani differenti, c'è separazione di competenze, essendo due ambiti differenti, con due linguaggi diversi, anche se riconducibili all'unico disegno del creatore

- Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, tolemaico e copernicano, un testo in lingua volgare e in forma dialogica, cercato di diffonderlo per trionfare la verità della scienza copernicana.

- L'opera prima autorizzata fu subito dopo censurata e il suo autore invitato a ritrattare. Obbligato a recitare la seguente formula: " Abiuro, maledico e detesto i suddetti errori ed eresie.

La critica al principio di autorità

-Alla base del metodo galileiano c'è una serrata critica al "principio dell'autorità".

- Il sapere tradizionale è accusato da Galileo di "essenzialismo" e "finalismo". "Essenzialismo" perché ricerca l'essenza o l'intima natura dei fenomeni naturali. "Finalismo", perché considera le parti che compongono la natura fisica come orientate all'utilità dell'uomo.

Sensate esperienze e necessarie dimostrazioni

-Attenzione verso l’osservazione dei fenomeni naturali. Sensate esperienze, cioè esperienze compiute mediante i seinsi e in modo perticolare la vista.

-Formulare un ipotesi attraverso deduzioni logico-matematice (necessarie dimostrazioni)

Il ruolo dell’esperimento

-Le ipotesi e le teorie devono sempre ottenere il cimento cioè la conferma o verifica spetimentale

Il problema della conoscenza nella critica della ragion pura

Il problema della conoscenza nella critica della ragion pura  L'esame critico della ragione  La riflessione kantiana muove dalla constat...